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Come decidere l'importo dei buoni pasto

23/05/2023

I buoni pasto sono uno dei benefit più apprezzati dai dipendenti e dai datori di lavoro. Tra le caratteristiche dei buoni citate in normativa viene riportata l’utilizzabilità per l’intero valore facciale che, tra l’altro, non è predefinito. Nell’articolo spieghiamo cosa si intende con quest’espressione e perché è consigliabile aumentarne il valore.
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Sostenere i dipendenti attraverso i buoni pasto è vantaggioso sotto diversi punti di vista. Tra gli aspetti positivi di questo benefit, per altro, c’è il fatto che il valore facciale non è predefinito. Ecco come stabilire l’importo dei buoni pasto e perché conviene aumentarlo.

I buoni pasto sono lo strumento ideale per aiutare i lavoratori ad assumere uno stile di vita sano: fermarsi per una pausa al lavoro e mangiare cibo di qualità è una scelta non del tutto scontata, che va incoraggiata e incentivata. Fornire un contributo economico da dedicare all’alimentazione, dunque, è il modo ideale per supportare nel concreto i dipendenti.

Uno degli aspetti più apprezzabili del buono pasto, tra l’altro, è il fatto che il valore facciale non sia predefinito. Cosa comporta e perché è conviene aumentarlo?  

Cosa dice la normativa sui buoni pasto?

Secondo la normativa che regolamenta l’utilizzo di questo benefit, i buoni pasto sono titoli, in formato elettronico o cartaceo che, come specificato dall’art. 2, lett. c), D.M. n. 122 del 2017, attribuiscono, al titolare, ai sensi dell’articolo 2002 del codice civile, “il diritto ad ottenere il servizio sostitutivo di mensa per un importo pari al valore facciale del buono e, all’esercizio convenzionato, il mezzo per provare l’avvenuta prestazione nei confronti delle società di emissione”. La normativa sancisce la totale deducibilità dei buoni pasto ai fini delle imposte dirette e, inoltre, i buoni risultano esentasse entro le soglie introdotte dalla Legge di Bilancio 2020, che ammontano a 8 euro al giorno per i buoni elettronici e a 4 euro al giorno per i buoni pasto cartacei.

Secondo l’art. 4, D.M. n. 122/2017 le caratteristiche essenziali del buono pasto, sono le seguenti:

  • non è cedibile;
  • non è cumulabile oltre il limite di 8 buoni;
  • non è commercializzabile;

  • non è convertibile in denaro;
  • è utilizzabile solo dal titolare;
  • è utilizzabile esclusivamente per l’intero valore facciale.

Ma cosa si intende per “valore facciale”?

Valore dei buoni pasto: quale è la definizione di “valore facciale”?

Come anticipato, il buono pasto non ha un importo predefinito. Questo significa che il valore varia in base alla decisione dell’azienda che garantisce il benefit ai propri dipendenti o dal libero professionista che ne usufruisce.

Ma cosa si intende con “valore facciale”? Con questa espressione si fa riferimento al valore del buono pasto comprensivo dell’aliquota IVA pervista per le somministrazioni al pubblico di alimenti e bevande e le cessioni di prodotti alimentari pronti per il consumo.

Perché aumentare l’importo dei buoni pasto è conveniente?

La scelta di aumentare l’importo dei buoni pasto è una scelta che si riflette positivamente su molteplici aspetti. Garantire benefit come i Buoni Pasto Sodexo, è di per sé un importante incentivo per i dipendenti che avranno, così, la possibilità di acquistare generi alimentari presso una rete di 100.000 esercenti tra negozi fisici ed e-commerce.
 

I vantaggi per i dipendenti

Innanzitutto, aumentare l'importo dei buoni pasto può portare a un maggior benessere dei dipendenti: incrementando il loro potere d’acquisto, infatti, si permette ai collaboratori di acquistare pasti più sani e di qualità, migliorando così la loro salute e il loro livello di energia durante il lavoro. Inoltre, i buoni pasto possono essere un'ottima soluzione per incentivare i dipendenti ad acquistare il pranzo fuori dall'ufficio, dando loro la possibilità di prendere una pausa rilassante durante la giornata lavorativa. 
I buoni pasto, in altre parole, costituiscono un’entrata aggiuntiva a costo zero poiché entro i limiti di esenzione risultano completamente esentasse.

In base a quanto previsto dall’art. 51, comma 2, lett. c), TUIR, i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente o assimilato, fino all’importo complessivo giornaliero stabilito, dunque rappresentano un’entrata aggiuntiva a costo zero.

L’aumento del potere d’acquisto dei dipendenti, tuttavia, non comporta alcun costo aggiuntivo per chi ne usufruisce. Infatti, i buoni pasto rappresentano un’entrata vantaggiosa poiché sono esenti da tassazione fino a 8 euro e 4 euro rispettivamente per il formato elettronico e cartaceo. Pertanto, fino a tali soglie, i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente.

I buoni pasto rappresentano anche un incentivo a migliorare i propri livelli di produttività, con risultati positivi anche sulla propria performance: si tratta, infatti, di una forma di retribuzione a tutti gli effetti che si rifletterà anche sui livelli di soddisfazione di chi la riceve.

Infine, l’aumento fino a 8 euro dei buoni pasto (nel caso degli elettronici) o fino a 4 euro (per i cartacei) non comporta alcuna ricaduta sulla busta paga dei dipendenti come sancito, appunto, dalla Legge di Bilancio 2020. Aumentare il valore del buono pasto è vantaggioso per il datore di lavoro che, entro le soglie di esenzione, non sarà soggetto a tassazione. Inoltre, dal punto di vista dei dipendenti, è da preferire al classico contributo in busta paga: in questo secondo caso, infatti, il dipendente sarebbe soggetto a tassazione. 

I vantaggi per l’impresa

Quali sono i reali vantaggi di cui può beneficiare un’azienda che fornisca buoni pasto da 8 o 4 euro? Innanzitutto, il datore di lavoro può dedurre integralmente il costo dei buoni pasto.

Non solo: i benefici di cui godono i collaboratori si riflettono positivamente sull’intera azienda. In sostanza, la soddisfazione dei dipendenti si trasforma inevitabilmente in aumento delle performance e dei risultati; diminuzione del turnover e miglioramento della reputazione aziendale. Tutti asset strategici e vincenti per poter attrarre nuovi talenti e posizionarsi positivamente sul mercato del lavoro.

Nell’articolo di oggi abbiamo parlato di aumentare l'importo dei buoni pasto per portare a un maggior benessere dei dipendenti, migliorare i loro livelli di produttività e performance e aumentare la loro soddisfazione. I vantaggi, come abbiamo visto, riguardano tutti gi aspetti dell’azienda: l'aumento del valore dei buoni pasto può comportare una diminuzione del turnover e migliorare la reputazione aziendale.

Poiché il valore facciale dei buoni pasto non è predefinito, dunque, è consigliabile che l'impresa aumenti l’importo dei buoni pasto entro i limiti della soglia d’esenzione: entro tale soglia, infatti, il costo può essere integralmente dedotto e i benefici dei collaboratori si riflettono positivamente sull'intera azienda.

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