Motivazione al lavoro: una checklist in 10 punti
22/02/2017
Smarrire la motivazione al lavoro è deleterio per la persona del lavoratore in primis. Perciò è un’eventualità contro cui è bene reagire prendendo iniziativa in prima persona. Nell’articolo, 10 spunti di riflessione per provare a ritrovare gli stimoli perduti.
Può capitare a tutti di svegliarsi una mattina, aprire gli occhi e… non avere nessun desiderio di andare a lavorare, o pensare di non essere capaci di fare tutto quello che ci si aspetta da noi durante la giornata.
La maggior parte delle volte, però, questa sensazione è semplicemente collegata alla stanchezza, allo stress accumulato, a preoccupazioni ingigantite: tutte cose che nel corso della giornata, a contatto con la realtà, si dissolvono.
In altri casi, invece, il gusto e la motivazione per il lavoro sembrano completamente spariti, perciò ogni mattina diventa una sofferenza e basta un piccolo imprevisto per arrabbiarsi senza ritegno.
Purtroppo questa condizione è anche un’arma a doppio taglio: vivere le 8 ore lavorative in questo modo non permette di cogliere gli aspetti positivi che potrebbero dare una “scossa”, e, in mancanza di reazione, può portare a livelli di frustrazione tali da causare ritardi sul lavoro, procrastinare compiti o non portarli a termine nel modo giusto, ecc.
Tutte cose, queste ultime, che non fanno che alimentare un circolo vizioso di tristezza e frustrazione. Tante volte l’unica soluzione adatta allo scopo sembra essere quella di cambiare lavoro, anche senza una valida alternativa all’orizzonte.
Dati i tempi di crisi, come fare a ritrovare la motivazione al lavoro senza prendere decisioni affrettate, che potrebbero essere più deleterie che risolutive?
Prima di parlarne, dobbiamo fare qualche considerazione: la situazione “perfetta”, il lavoro “perfetto”, non esistono. Esiste la persona, la sua creatività e la sua capacità di iniziativa, che in certi contesti possono essere più incoraggiate ad esprimersi; ma se non c’è la motivazione o la consapevolezza di quello che si cerca, anche il miglior lavoro del mondo può rendere insoddisfatti.
Vediamo dunque alcuni passi da fare per recuperare sicurezza e spirito di iniziativa:
- LE CAUSE: fermati un attimo a pensare: perché questa situazione? Perché questo disgusto? Quando è iniziato? Da che momento? Sono tutti fattori che devi rendere espliciti, perché tante volte nelle indagini di questo tipo ci si ferma ad aspetti superficiali. Potrebbe essere, ad esempio, che la vera causa della tua assenza di motivazione non sia tanto il lavoro in sé ma un collega con cui lavori male e i rapporti si stanno deteriorando. O qualcuno che ti sfrutta eccessivamente. O una situazione che non riesci a districare e non sai a chi chiedere aiuto. Sono problemi che richiedono soluzioni diverse, ma prima devi identificarli!
- IL RIPOSO: si può perdere la motivazione proprio per eccesso di zelo. Talvolta, si mette tanto impegno in un’attività da dimenticare tutto il resto. Il nostro essere umani, però, non è solo “lavoro”, ma anche affetti e interessi. Mettere in stop l’attività lavorativa per un breve periodo o fissare un giorno alla settimana in cui dedicarsi a questi ultimi senza interruzioni di alcun tipo, ti renderà più contento, rigenerato e quindi anche più creativo!
- LA LISTA: prova a fare una lista degli aspetti positivi e negativi del tuo lavoro. Scrivere ti aiuterà a razionalizzare le lamentele e le aspettative, che spesso sono ingigantite nei nostri pensieri, anche a causa della società dell’immagine in cui viviamo.
- LA MOTIVAZIONE INIZIALE: prova a fare memoria del momento in cui hai iniziato/hai accettato il lavoro. Cosa ti ha spinto, in quel momento, ad accettare? Avevi paura? Come l’hai superata? Ti aspettavi qualcosa? In che misura si è realizzato? Eri felice? -
- PARLARNE: se hai delle persone fidate, parlane con loro. È utile anche ricordarsi di momenti difficili del passato o riguardanti altri tuoi conoscenti: il confronto con queste situazioni potrebbe farti rivalutare quello che stai vivendo tu.
- IL COMPORTAMENTO: cerca di non dare subito e totalmente la colpa della tua disillusione all’ambiente di lavoro o ai colleghi, ma prova a chiederti tu per primo: cosa ho fatto io per migliorare la situazione? Posso aver contribuito con qualche mio atteggiamento al mio stesso malessere? Posso fare qualcosa per migliorare?
- UN ECCESSIVO CARICO DI LAVORO: ciò che ha screditato il lavoro ai tuoi occhi è la sensazione di non riuscire a gestire tutte le scadenze che comporta? E’ la paura che ti fa ritirare? Stendi una checklist per ogni giorno della settimana: porre tanti piccoli obiettivi e poterli “spuntare” è un piccolo trucco per essere più gratificati.
- PICCOLI GRANDI PREMI: fissa dei “premi” per gli obiettivi piccoli e grandi che riesci a raggiungere. Non solo cose da comprare, ma anche posti da visitare o persone da conoscere, nuove letture, corsi da seguire…
- PARLA COL CAPO: se pensi di non essere valorizzato rispetto ai tuoi sforzi, prova a parlarne col capo. Se un aumento di stipendio non è al momento una strada percorribile, potresti provare a proporre dei benefit. Ad esempio i buoni pasto, o anche i buoni shopping di Sodexo, sono defiscalizzati e permettono di aumentare la qualità della vita dei dipendenti, che possono così avere un budget subito spendibile per un’alimentazione equilibrata, per i trasporti o semplicemente per ciò che appassiona al di fuori del lavoro.
- L’AGGIORNAMENTO: prova ad allargare le tue vedute sul lavoro che stai facendo, magari proponendo di frequentare un corso di aggiornamento o informandoti. Espandere i propri orizzonti è sempre consigliabile per trovare nuovi spunti e stimoli.
Ritrovare la motivazione è quindi un processo non semplice, un viaggio che richiede spirito di iniziativa e volontà di rimettersi in gioco: non è però escluso che da questo lavoro su di sé possano nascere frutti non soltanto lavorativi, ma a 360 gradi!
Ecco perché ogni difficoltà non è un ostacolo, ma un trampolino da scalare.