Fringe benefit 2023: come funzionano e chi ne ha diritto?

Fringe benefit 2023: come funzionano e chi ne ha diritto?

06/06/2023

Uno degli strumenti più efficaci a disposizione dei datori di lavoro è rappresentato dai fringe benefit, che offrono un valore aggiunto al normale stipendio. Ma cosa sono esattamente i fringe benefit? Quali sono le regole che ne disciplinano l'utilizzo? E quali novità sono state introdotte per il 2023? In questo articolo, ci proponiamo di rispondere a queste domande, esaminando la natura e le caratteristiche dei fringe benefit, le norme che ne regolano l'utilizzo e le potenziali implicazioni fiscali. In particolare, qual è l’ultima novità relativa ai fringe benefit per il 2023?
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Tra inflazione e nuovi trend alimentari: qual è il ruolo del welfare aziendale? Come i datori di lavoro possono intervenire in questa situazione? I buoni pasto come leva strategica per migliorare le condizioni economiche e salutari dei dipendenti.

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, è importante continuare a migliorare le condizioni dei dipendenti, offrendo pacchetti di benefit aziendali sempre più articolati e personalizzati. Tra questi, i fringe benefit sono tra i più conosciuti e stanno riscuotendo un crescente interesse.

Ma cosa si intende esattamente per “fringe benefit” e come è normato il loro utilizzo? Nell’articolo approfondiremo la questione, entrando nel merito delle principali caratteristiche di questi benefit, le norme che ne regolamentano l’utilizzo e i vantaggi economici. Non solo: ci soffermeremo sull’ultimo aggiornamento legislativo relativo all’innalzamento a 3.000 euro del limite di esenzione per beni e servizi, una misura che nel 2023 trova applicazione con una particolarità.

Fringe benefit: significato ed esempi

Prima di entrare nel merito delle novità per il 2023, approfondiamo qual è il significato del termine “fringe benefit”. Come suggerisce la traduzione dall’inglese, i fringe benefit rappresentano una sorta di retribuzione non in denaro che il datore di lavoro può garantire ai propri dipendenti in aggiunta, appunto, alla normale retribuzione. Non si tratta, infatti, di una componente dello stipendio diretto ma di benefit accessori che arricchiscono il compenso del lavoratore.

Un classico esempio è rappresentato dall’auto aziendale, messa a disposizione del dipendente per motivi di lavoro o il cellulare aziendale. Rientrano anche le assicurazioni sanitarie o contributi per l’istruzione dei figli. Non solo: nei fringe benefit sono compresi anche i buoni acquisto, i buoni carburante e i buoni pasto, utili a fornire un concreto supporto economico ai collaboratori per aiutarli a gestire la propria quotidianità.

  • Il Buono Pasto Pluxee, ad esempio, è utilizzabile in più di 100.000 negozi alimentari, supermercati, bar, ristoranti ed e-commerce, offrendo ampia possibilità di scelta a chi li riceve.
  • Allo stesso modo, il buono acquisto – come il Buono Acquisto Pluxee, accettato in più di 20.000 esercenti tra negozi fisici e online - rientra tra i fringe benefit più adottati dalle imprese per la loro flessibilità e comodità d’utilizzo.
  • Nei buoni acquisto rientrano anche i buoni carburante, come il Buono Acquisto Benzina Pluxee, che garantisce la libertà di fare il pieno di carburante in tutta Italia presso le stazioni aderenti Q8. 

Fringe benefit 2023 soglia e novità per quest’anno

I fringe benefit continuano ad essere al centro del dibattito e dell’attenzione. Infatti, il testo del   – approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio scorso – contiene interventi e cambiamenti relativamente l’uso di questi benefit per imprese e dipendenti.

Originariamente fissata a 258,30 euro, la soglia di esenzione per i fringe benefit è stata innalzata a 3000 euro per un periodo di tempo limitato, concluso il 31/12/2022.
In seguito, la soglia di esenzione a 3000 euro è stata mantenuta per l'intero anno 2023, introducendo una sostanziale novità.
Questa possibilità, infatti, è riservata ai lavoratori dipendenti che hanno figli a carico.

Si tratta, dunque, di un cambiamento volto a sostenere le famiglie, una misura messa in atto dal governo per poter aiutare economicamente i lavoratori durante un periodo fortemente segnato dall’inflazione e dal carovita.

Quando si possono considerare i figli a carico fiscale e godere del bonus fringe benefit 2023?

Dunque, chi ha diritto a ricevere fringe benefit per un valore di 3000 euro? Secondo il Decreto,  sono i lavoratori con figli a carico a poter ricevere questo tipo di benefit in modo totalmente detassato entro la soglia definita. Ma non sempre i figli possono essere considerati a carico fiscale: sono da considerarsi tali quelli che percepiscono un reddito inferiore a 2.840,51 euro all’anno fino a 21 anni, soglia che viene innalzata a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni di età.

Di fatti, per poter ricevere i sostegni garantiti dai fringe benefit, con l’aumento della soglia a 3000 euro, i dipendenti dovranno presentare al proprio datore di lavoro i dati dei propri figli a carico, tra cui il codice fiscale.

Fringe benefit 2023 e buono benzina 2023: come funziona?

Alla luce di quanto detto, sorge spontanea una domanda: come funziona la compatibilità tra buono benzina e l’innalzamento della soglia di esenzione a 3000 euro?

È bene sapere, infatti, che per il 2023, il Decreto Legislativo n. 5/2023 ha stabilito che i datori di lavoro possono concedere ai loro dipendenti buoni per carburante fino a un massimo di 200 euro per dipendente.

Si può presumere - ma si tratta solo di una supposizione al momento - che anche quest'anno sarà applicabile la circolare n. 27/E/2022 dell'Agenzia delle Entrate, secondo cui il bonus carburante è addizionale al limite di 3.000 euro, il che significa che il buono non riduce questo limite, almeno per quanto riguarda l'aspetto fiscale. 

Fringe benefit nel 2023: tutti i vantaggi

Ma quali sono i vantaggi di questa misura per le aziende e per i dipendenti? Da un punto di vista fiscale, l'incremento del limite di esenzione rappresenta una significativa opportunità per le aziende. I datori di lavoro potranno, infatti, offrire ai propri dipendenti un valore maggiore di fringe benefit senza che questi siano soggetti a tassazione, una soluzione che consente di incrementare il pacchetto retributivo offerto senza aumentare il costo del lavoro.

Per i lavoratori che ne hanno diritto, invece, l'innalzamento del limite di esenzione significa poter usufruire di un maggiore valore di benefit, senza che questi comportino un aumento dell'imponibile. Si tratta di un vantaggio notevole per i lavoratori con figli a carico, che potranno beneficiare di una maggiore flessibilità e personalizzazione del proprio pacchetto retributivo.

Ma non è tutto. I fringe benefit non sono solo una questione di convenienza fiscale. Essi rappresentano anche uno strumento fondamentale per migliorare la qualità della vita lavorativa e favorire il benessere dei dipendenti. Pensiamo, ad esempio, ai semplici ma essenziali buoni pasto o ai benefit legati alla salute e al benessere, come le assicurazioni sanitarie o i contributi per l'istruzione dei figli: questi non solo rappresentano solo un risparmio economico per i lavoratori, ma contribuiscono anche a creare un clima lavorativo più positivo e gratificante. In conclusione, l'innalzamento del limite di esenzione per i fringe benefit nel 2023 si configura come un'opportunità preziosa, in grado di generare vantaggi sia per le aziende che per i dipendenti.

Nell’articolo di oggi abbiamo approfondito il tema dei fringe benefit, esplorando la loro natura, i vantaggi concreti per le aziende e i dipendenti, e le principali novità in vigore nel 2023. Abbiamo scoperto come questi benefit, tra cui rientrano Buoni Pasto Pluxee e Buoni Acquisto Pluxee , più che un mero strumento di retribuzione, siano un mezzo per migliorare la qualità della vita lavorativa, favorire il benessere dei dipendenti e aumentare la loro motivazione.

L'importanza dei fringe benefit si riflette chiaramente nelle recenti modifiche legislative, che comportano l’estensione del limite di esenzione a 3000 euro per tutto il 2023, un beneficio riservato ai lavoratori con figli a carico.

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