Lavoratori caregiver: come supportarli con il welfare aziendale?
19/01/2023
Sono sempre di più i lavoratori che assumono anche il ruolo di caregiver. Questi dipendenti, che prestano servizio assistenziale a un familiare non autosufficiente, si trovano a dover impiegare tempo e denaro per l’assistenza, faticando a mantenere un livello di work-life balance al pari degli altri collaboratori.
L’azienda può però supportare i lavoratori caregiver investendo in servizi di welfare aziendale che possano aiutare i dipendenti a sostenere le spese e a gestire i propri impegni lavorativi e personali.
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Sempre più lavoratori vestono anche i panni di caregiver, prestando assistenza a familiari non autosufficienti. Ma cosa significa davvero essere un lavoratore caregiver? E come possono le aziende supportare concretamente questi dipendenti?
Per chi copre il ruolo di caregiver, cercare di mantenere un buon livello di work-life balance risulta sempre più complicato. Oltre all’impegno in termini di tempo, dedicarsi all’assistenza di una persona non autosufficiente risulta fortemente gravoso in termini economici. Basti pensare che, secondo la ricerca “Digitale, locale, integrato” condotta da Boston Consulting Group e Jointly il 17% dei caregiver, in Italia, spende più di 10.000 euro l’anno e il 30% dedica più di 14 ore a settimana per la cura di un familiare.
Ad esempio, in Italia, un cittadino su quattro ha più di 65 anni, va da sé che i lavoratori che si occupano di genitori anziani non autosufficienti sono sempre più in aumento e il 60% delle famiglie con membri non autosufficienti dichiara di aver rinunciato a servizi di assistenza esterna per motivi economici.
Alla luce di questo contesto, l’azienda assume un ruolo fondamentale: investendo nel welfare aziendale, l’impresa può trasformarsi in una risorsa per i lavoratori caregiver e favorire loro tutto il benessere psico-fisico di cui hanno bisogno. Vediamo come.
Caregiver: significato, caratteristiche e dati
Facciamo un passo indietro: cosa significa essere “caregiver”? La risposta proviene dal primo comma dell’articolo 2 del Disegno di Legge n.2266 (Legge quadro nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare, 2 marzo 2016) che descrive il caregiver come “«[…] la persona che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona non autosufficiente o comunque in condizioni di necessario ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé».
Ad oggi, sono più di 7 milioni i caregiver nel nostro Paese: un dato che restituisce una fotografia dell’Italia sconvolgente e che mostra come questo fenomeno riguardi molti più lavoratori di quanto si possa immaginare.
Per un lavoratore caregiver è fondamentale sentirsi ascoltato e compreso sul luogo di lavoro, una necessità che si riflette direttamente sui livelli di soddisfazione e di motivazione al lavoro.
Infatti, secondo i dati della ricerca, il 28% dei caregiver dichiara di aver percepito sostegno da parte del reparto HR dell’azienda per cui lavora, ma il 23%, al contrario, dichiara di sentirsi poco compreso anche dopo aver segnalato la propria situazione.
Instaurare un clima positivo, in cui ogni lavoratore si possa sentire coinvolto e apprezzato in quanto professionista e individuo è il primo passo per sostenere i dipendenti caregiver. Le imprese, però, hanno anche la possibilità di mettere a disposizione dei lavoratori caregiver alcuni benefit aziendali che possono incentivare il loro benessere e sostenerli concretamente nella loro quotidianità. Vediamo, nello specifico, come l’impresa può investire nel welfare aziendale.
Lavoratore caregiver e welfare aziendale: cosa può fare l’impresa?
L’azienda che vuole dimostrarsi vicina alle necessità dei lavoratori potrà scegliere di sviluppare una strategia di welfare che supporti i propri collaboratori ad affrontare questo tipo di difficoltà. A tal proposito, può scegliere di offrire i tradizionali fringe benefit che, normati dall’articolo 51 del T.U.I.R., prevedono la possibilità di offrire servizi e beni che possano migliorarne la qualità della vita. Tra i fringe benefit che potrebbero fare al caso dei lavoratori caregiver, rientrano i buoni acquisto. Con i Buoni Acquisto Sodexo, ad esempio, il dipendente ha la possibilità di sfruttare i voucher (disponibili in versione elettronica e cartacea) ricevuti per acquistare tutto il necessario per prestare assistenza al proprio familiare presso più di 13.500 esercenti online e fisici.
L’impresa può, in alternativa, offrire sostegno ai propri dipendenti caregiver tramite i rimborsi spesa, ovvero un sistema assistenziale rivolto ai dipendenti di aziende private e pubbliche. Sempre ai sensi dell’Art 51 del T.U.I.R., all’interno dei piani di welfare aziendale, è possibile richiedere il rimborso di alcune tipologie di spesa sostenute dal dipendente, purché autorizzate dall’azienda e rientranti nell’importo del credito messo a disposizione dei singoli. In pratica, secondo la normativa welfare, è possibile riconoscere al lavoratore un rimborso delle spese sostenute per i propri familiari: il dipendente può richiedere alla propria azienda il rimborso del servizio tramite piattaforme di welfare che facilitano questa procedura. Tra le spese rimborsabili per i caregiver rientrano proprio quelle dedicate all’assistenza di familiari non autosufficienti.
Welfare aziendale: vantaggi per imprese e dipendenti
Il welfare, dunque, funge da utile strumento per chi ne usufruisce poiché potrà contare su benefit che aumentano il proprio potere d’acquisto e rimborsi che permettono di recuperare una quota delle spese sostenute.
Anche le imprese godono di alcuni benefici poiché, puntando sul benessere dei dipendenti, sono in grado di migliorare la propria reputazione e di riscontrare effetti positivi in termini di miglioramento del work life balance, aumento della motivazione, della soddisfazione e delle performance.
Nell’articolo di oggi abbiamo approfondito la tematica del welfare aziendale in relazione al supporto ai lavoratori caregiver. È infatti possibile, per le imprese, costruire piani di welfare aziendale ad hoc, che tengano conto delle necessità dei dipendenti che devono occuparsi di fornire assistenza a familiari non autosufficienti. Attraverso il welfare e i benefit l’azienda può quindi fornire un supporto economico concreto, aiutando i collaboratori a sostenere alcune spese necessarie.
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