Welfare aziendale: risposte a dubbi e domande

Welfare aziendale: risposte a dubbi e domande

13/06/2023

Il welfare aziendale è un tema di crescente rilevanza nel mondo del lavoro, per questo motivo nell’articolo di oggi forniamo una guida pratica ed esaustiva volta a rispondere a tutte le principali domande sul tema. Dalla definizione del welfare aziendale, ai benefici offerti ai dipendenti e alle aziende, dalle diverse forme che può assumere, alle normative che lo regolano. Infine, esamineremo chi può beneficiare del welfare aziendale, quando diventa obbligatorio e perché è un aspetto così cruciale per le aziende moderne, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, la loro soddisfazione e produttività, oltre a offrire significativi vantaggi fiscali e contributivi.
Continua a leggere per scoprire di più.

Welfare aziendale e wellbeing: cosa significa davvero e cosa dice la nomativa? 

Nel mondo del lavoro, il welfare aziendale rappresenta una componente sempre più rilevante. Ecco perché è importante rispondere a tutte le domande e dissipare ogni dubbio sul tema. Ma che cosa si intende perwelfare aziendale”? Quali sono i suoi benefici per i dipendenti e le imprese, e quali sono le diverse forme che può assumere? Sia dal punto di vista del datore di lavoro, sia da quello del dipendente, è importante conoscere quante più informazioni a riguardo per poter offrire, nel primo caso, un pacchetto di welfare che sia su misura e adatto a rispondere alle esigenze dei collaboratori oppure, nel secondo caso, per conoscere i propri diritti e opportunità.

Ecco, dunque, tutte le risposte alle domande più frequenti sul tema del welfare aziendale.

 

Che tipi di welfare esistono?

Nel panorama del welfare aziendale, possiamo distinguerne diversi tipi, che si differenziano per natura, obiettivi e benefici offerti:

  • Il primo è il welfare di contratto, relativo alla gestione del welfare previsto nel CCNL di riferimento. Solitamente comprende soluzioni che sono rese obbligatorie dal contratto nazionale di settore;
  • Esiste, poi, il welfare di produttività, che consente di convertire in parte o totalmente il premio di produttività in welfare aziendale. In questo caso sono necessari accordi bilaterali (sindacali o territoriali);
  • Infine, esiste il welfare puro, la soluzione dedicata a categorie omogenee di lavoratori. Si parla di un compenso “on top” ovvero in aggiunta alla normale retribuzione. Questo tipo di welfare prende anche il nome di “welfare premiale” perché è possibile legarlo al raggiungimento di obiettivi aziendali.

Qual è la normativa che regola il welfare aziendale?

Il welfare aziendale è un tema che ha visto un forte sviluppo negli ultimi anni e questo si deve anche alle leggi che lo hanno agevolato.

La normativa in cui si inquadra il welfare aziendale fa riferimento principalmente a:

  • il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) in particolare agli art. 51 e art. 100;
  • le leggi che lo hanno, in seguito, modificato parzialmente e che hanno definito il welfare aziendale come lo conosciamo oggi: Leggi di Stabilità e Bilancio 2016, 2017 e 2018;
  • le circolari e le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate, con l’interpretazione delle norme, che danno indicazioni e chiarimenti utili all’applicazione delle leggi in materia (tra le più significative: circolare 28/E del 2016, Risoluzione 55/E del 25/09 2020).

Cosa rientra nel welfare aziendale?

Il welfare aziendale è un concetto ampio e include un'ampia gamma di benefit e servizi, che possono variare a seconda delle esigenze dell'azienda e dei dipendenti. Nella pratica, il welfare aziendale può includere benefit legati alla salute, come i  programmi di assistenza all'infanzia o all'anziano. Non mancano poi i benefit, come i Buoni Pasto Sodexo e i Buoni Acquisto Sodexo: i primi, utili a promuovere l’adozione di uno stile di vita sano presso i collaboratori, e i secondi volti ad aumentare il potere di acquisto di questi ultimi.

Anche i Buoni Acquisto Benzina rientrano nel welfare aziendale e possono essere offerti dai datori di lavoro per poter garantire un sostegno economico importante ai propri dipendenti, garantendo loro voucher da spendere per l’acquisto della benzina.

In generale, l'obiettivo del welfare aziendale è sempre lo stesso: migliorare la qualità della vita dei dipendenti, aumentare la loro soddisfazione e produttività, rafforzare il legame tra lavoratore e azienda.


Chi può usufruire del welfare aziendale?

Il welfare aziendale è pensato per tutti i lavoratori dell'azienda. Tuttavia, le modalità di accesso ai servizi e ai benefit possono variare a seconda delle politiche aziendali e delle regole stabilite dal contratto collettivo di lavoro. In generale, i benefici del welfare aziendale sono estesi a tutti i dipendenti, sia a tempo pieno che a tempo parziale, e possono essere estesi anche ai familiari dei dipendenti .

Quando il welfare è obbligatorio?

In Italia, la legge non prevede l'obbligo per le aziende di fornire un piano di welfare aziendale. Tuttavia, ci sono delle eccezioni in relazione a specifiche categorie di lavoratori o a determinati settoriil caso, appunto, dei CCNL). Importante sottolineare che, nonostante non ci sia un obbligo legislativo, molte aziende scelgono volontariamente di implementare piani di welfare aziendale, riconoscendo i vantaggi che tali programmi possono portare in termini di attrattività sul mercato del lavoro, motivazione e benessere dei dipendenti, e responsabilità sociale d'impresa.

Perché è importante il welfare aziendale?

I motivi per cui il welfare aziendale riveste un’importanza cruciale, sono diversi.

  • Il primo è da ricondurre al fatto che il welfare aziendale, come ribadito, punta al miglioramento del benessere dei dipendenti, fornendo loro benefici e servizi. Ciò può aumentare la motivazione, la produttività e la soddisfazione dei lavoratori, favorendo la formazione di un clima lavorativo positivo e gratificante.
  • Un programma di welfare su misura, poi, può aiutare le aziende ad attirare e trattenere i talenti, elemento fondamentale in un mercato del lavoro sempre più competitivo in cui i lavoratori non valutano soltanto l’aspetto economico, ma anche i benefici offerti e il clima lavorativo.
  • Non solo: dal punto di vista fiscale, le misure di welfare previste dal TUIR, art. 51, comma 2 e comma 3, sono escluse dalla formazione del reddito da lavoro dipendente e, perciò, non soggette a tassazione.

In altre parole, per il dipendente il welfare aziendale rappresenta un beneficio sia in termini di miglioramento della qualità della vita lavorativa che di vantaggi fiscali e contributivi diretti e lo stesso discorso è valido per l’azienda. È prevista, infatti, dall’art. 95, comma 1, TUIR , la possibilità di dedurre dal reddito dell’impresa tutte le spese sostenute in denaro o in natura per il lavoro dipendente, pertanto anche quelle relative all’erogazione di prestazioni di welfare.

Sempre più aziende decidono di migliorare i livelli di benessere dei propri dipendenti tramite gli strumenti a disposizione. I vantaggi, come abbiamo visto, sono numerosi e coinvolgono l’impresa a 360°. Tuttavia, nonostante si parli sempre più spesso della tematica, possono sorgere dubbi e domande al riguardo. Per questo, nell’articolo, abbiamo risposto alle domande più frequenti per fornire un quadro completo sul mondo del welfare.

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