Tassazione Buoni Pasto 2024 : ecco come funziona
20/08/2024
Molte aziende oggi scelgono di distribuire i buoni pasto ai propri collaboratori, offrendo un servizio integrato e completo, contribuendo così alla loro soddisfazione.
Oltre ai vantaggi e alle modalità di utilizzo, è opportuno approfondire nel dettaglio la normativa che regola la tassazione dei buoni pasto, per essere preparati nel momento dell’attivazione del servizio e illustrare chiaramente alle risorse e al personale coinvolto tutti gli elementi di rilievo.
Tassazione Buoni Pasto 2024: tutte le risposte
Nel mondo del lavoro di oggi, i buoni pasto sono un benefit versatile e vantaggioso, che porta benefici ai dipendenti, alle aziende e ai liberi professionisti che decidono di adottarlo.
Molti sono i vantaggi dei buoni pasto per aziende e partite IVA, soprattutto dal punto di vista fiscale. Vediamo, quindi, come funziona la tassazione dei buoni pasto e quanto possono costare i buoni pasto all'azienda nel 2024.
Buono pasto: le caratteristiche definite dalla normativa
Secondo la normativa, i buoni pasto sono soggetti a esenzione fiscale. Prima, però, di scoprire come funziona nello specifico la tassazione, cerchiamo di capire qual è la loro definizione per legge.
Secondo il Decreto n.122 del 2017, un buono pasto è un “documento di legittimazione […] avente le caratteristiche di cui all’articolo 4, che attribuisce al titolare, ai sensi dell’articolo 2002 del codice civile, il diritto ad ottenere il servizio sostitutivo di mensa per un importo pari al valore facciale del buono e, all’esercizio convenzionato, il mezzo per provare l’avvenuta prestazione nei confronti delle società di emissione”.
In altre parole, la normativa stabilisce che il buono pasto dà diritto al titolare di usufruire di un servizio sostitutivo di mensa presso gli esercizi commerciali convenzionati per l’importo pari al suo valore facciale.
La legge definisce anche alcune caratteristiche che i buoni pasto devono necessariamente avere, tra cui le seguenti:
- Non sono cedibili;
- Non sono commercializzabili;
- Non sono convertibili in denaro;
- Sono utilizzabili soltanto dal titolare;
- Non sono cumulabili oltre il limite sancito che, dall’introduzione del Decreto MISE 122/2017, corrisponde a 8 buoni pasto al giorno.
Buoni pasto elettronici e cartacei: qual è la differenza?
Esistono due tipi di buoni pasto: quelli cartacei e quelli elettronici. Il buono pasto elettronico è una tessera dotata di microchip, simile nell'aspetto a una carta di credito, facile e comoda da ricaricare tramite il portale online. Questa tipologia di buono è inoltre disponibile in formato totalmente virtuale, per utilizzo esclusivo da smartphone, come nel caso della Virtual Card Pluxee.
Il buono pasto cartaceo, invece, è un carnet di voucher con matrice, valore facciale e nome del titolare che può usufruirne. A differenza del formato elettronico, il cartaceo comporta la spedizione e la distribuzione ai dipendenti.
La normativa prevede soglie di esenzione dei buoni pasto diverse in base al formato. Vediamole nel dettaglio.
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Tassazione dei buoni pasto nel 2024: quanto costano all’azienda?
Per l’azienda che sceglie di acquistare buoni pasto per i propri dipendenti, la convenienza di questo benefit è data dalla deducibilità dei costi e dalla detrazione dell’IVA. Anche per il 2024, infatti, il datore di lavoro può dedurre interamente i costi sostenuti per l’acquisto dei buoni pasto, fino alla soglia di 8€ al giorno nel caso dei buoni pasto elettronici e fino a 4€ al giorno nel caso dei buoni pasto cartacei, come definito dalla Legge di Bilancio 2020.
La legge stabilisce infatti che le spese sostenute dall'azienda sono deducibili per competenza ai fini delle imposte dirette IRPEF, IRES e IRAP. L’unica specifica per potere usufruire di questo vantaggio è l’obbligo di dedurre i costi in riferimento al periodo in cui il dipendente ha usufruito del servizio. Per quanto riguarda l’IVA, invece, questa è interamente detraibile con aliquota fissata al 4%.
Per i dipendenti, dunque, fino alle soglie indicate, i buoni pasto sono un concreto sostegno economico, totalmente esentasse.
In pratica, attraverso l’integrazione di buoni pasto, l’azienda sostiene la qualità della vita dei propri collaboratori con un reddito annuo totalmente detassato, destinato all'alimentazione, calcolabile in 880€, nel caso del formato cartaceo, e in 1.760€, nel caso del formato elettronico.
Deducibilità dei buoni pasto per liberi professionisti
Ai fini delle imposte dirette, i buoni pasto sono deducibili per i liberi professionisti e per le ditte individuali senza dipendenti fino al 75% dei costi sostenuti per il loro acquisto, fino a un massimo del 2% del fatturato annuo.
Tutti i vantaggi dei buoni pasto per aziende e collaboratori
Dopo aver approfondito l'aspetto normativo che regola la tassazione dei buoni pasto nel 2024, vediamo alcuni dei vantaggi che comporta l'utilizzo di questo benefit.
Per i dipendenti, i buoni pasto non solo rappresentano un aiuto economico importante, ma offrono anche una maggiore flessibilità nella scelta dei pasti. Invece che optare per soluzioni veloci e poco sane, i lavoratori possono sfruttare i buoni pasto per acquistare ingredienti freschi per preparare i propri pasti. I collaboratori, infatti, potranno utilizzare i propri buoni ovunque: al bar, al ristorante, nei supermercati oppure online, ordinando comodamente il pranzo da casa o dall’ufficio, scegliendo tra una rete di oltre 100.000 locali ed e-commerce convenzionati in tutta Italia.
Le imprese, invece, oltre ai vantaggi fiscali che abbiamo già visto, godono anche di benefici che provengono dal benessere dei propri dipendenti: mangiare bene significa sentirsi bene, sia fisicamente sia mentalmente, e quindi sentirsi più produttivi e motivati.
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